Il nostro fiero re del triathlon off road Bobo fa suo il cross country di Nibbiano, per quanto riguarda la sua categoria ovviamente, ma chi la dura la vince e lui, osso duro a mollare di sicuro, si aggiudica podio e soprattutto questa meravigliosa soddisfazione!
Complimenti caro Bobo da tutta la 33TT
Lasciamo ora spazio al racconto del diretto interessato che ha prontamente relazionato la sua avventura, con il colore e la simpatia che lo contraddistingue …
“Mannaggia com’è passata in fretta questa settimana!
Il rammarico fondamentalmente è dovuto al fatto che, anche questa domenica, ho una gara di cross triathlon su distanza Olimpica, questa volta in quel di Nibbiano, provincia di Piacenza… e il recupero dallo strapazzo precedente, la gara di Revine Lago, non ha fatto miracoli sul mio efebico corpicino.
Comunque, forma o non forma, il sabato precedente la gara sono sul posto dove, proprio nel pomeriggio del mio arrivo, c’è un triathlon sprint BDC. Porca puzzola, fa un gran caldo e gli atleti ansimano mica poco: loro oltretutto sono su asfalto sia nella corsa che con la bici e infatti bevono come cammelli. Li guardo per un po’, poi ritiro il mio pacco gara e decido di andare a fare una ricognizione del mio percorso bike ma in modo molto soft, quindi mi metto un paio di elegantissimi svolazzini orange, un paio di occhiali in tinta che farebbero impazzire di invidia Elton John e parto senza maglietta, perché fa appunto un gran caldo e poi, come ho detto, ho intenzione di andare tranquillissimo.
La frazione bike è prevista su tre giri: poco meno di 7 chilometri ciascuno con 200 metri di dislivello per ogni giro. Comincio a pedalare fischiettando, primo breve tratto di asfalto, ponticello di tronchi in legno e trovo già il primo tratto di discesa in fondo alla quale c’è una vera e propria vasca di fango; cerco di passare in velocità ma porc… la bici va un po’ di qua e un po’ di là poi si sdraia lei a destra e io a sinistra; minchia, cominciamo bene; risalgo in bici dopo essermi alzato sprofondando nel fango fino alle caviglie e ricomincio a pedalare, con i pedali che non agganciano più, con gli svolazzini che non svolazzano più e senza più fischiettare. Un po’ si sale, un po’ si scende… altro discesone e altra vasca di fango con delle profonde rotaie parallele. Arrivo giù come un missile (ehm… beh dai, non prendetemi proprio alla lettera…) e come sempre succede comincio a pensare di prendere la rotaia di centro… no no, quella a sinistra… no no no, quella tutta a destra… però forse quella a lato… e così mentre la ruota davanti prende la rotaia di centro, la ruota dietro prende quella di sinistra e le mie chiappe prendono quella di destra. Qua la faccenda assume un tono meno goliardico del volo precedente, perché gli svolazzini già inzuppati prima, quando mi alzo questa volta rimangono per terra attaccati al fango; ovviamente li acchiappo subito e me li tiro su bene, tirando su però anche un bel malloppo di fango che mi ritrovo poi spiaccicato sotto al sedere una volta risalito in sella.
La mia buona volontà comincia a vacillare… ma è un peccato fermarsi a metà percorso; continuo e passo tra sentieri e mulattiere con le gambe che cominciano a farmi un po’ male; imperterrito seguo le fettuccine colorate, anche se parecchio scolorite, appese alle piante ad indicare il percorso… sì ma il percorso della gara per moto da trial che hanno fatto il mese scorso! Dopo due ore di vagabondaggio tra paludi e pendii rocciosi riesco a rientrare con la bicicletta, le scarpe e gli svolazzini che sono un blocco di fango, cui si aggiunge quello che ho addosso un po’ dappertutto; con le prime ombre della sera trovo un tubo dell’acqua e lavo la bici, le scarpe e mi faccio una doccia prima di andare a ronfare tirando le somme della prima giornata: ricognizione inutile, male alle gambe e stanchezza latente… insomma un successone.
L’indomani mattina la zona cambio apre dalle 08.30 alle 09.30, segue briefing e poi alle 10.00 tutti pronti per il via; fa un gran caldo e tutti si tuffano in acqua con entusiasmo, veloce allineamento e via che si parte.
Dalla start list so che della mia categoria siamo in quattro, quindi nuoto meglio che posso (che comunque non è un granchè) e arrivo in T1 che non sono tra gli ultimi; inizio la frazione bike che è ovviamente del tutto diversa da quella provata il giorno prima, recupero su un paio di atleti davanti a me in difficoltà, entro in T2 e comincio a correre.
Non so come sia ma dopo un po’ mi trovo alle spalle la “bici scopa”, quella con il cartello dell’ultimo concorrente in gara… gli chiedo come sia possibile visto che non sono uscito ultimo dall’acqua, che ho recuperato qualcuno in bike e nessuno mi ha superato nella corsa e lui mi dice che si sono ritirati in parecchi; in più c’è stato anche qualche “medicato” dagli infermieri dell’ambulanza presenti alla gara.
Insomma, a farla breve noi 33TT non abbiamo mollato, siamo arrivati e ci siamo ritrovati sul podio, distrutti ma felici e premiati dal Sindaco.
Questo è tutto… adesso fiondiamoci a leggere le prodezze di chi ha portato i nostri colori a Bardolino e diciamoci la verità: ma quando mai la troviamo un’altra Società “grande” come la nostra?
A presto 33TT !
Bobo”