Bobo vs alpini … arriverà a Punta Ala?

Le avventure del “nostro” Bobo sono sempre più avvincenti, fuori e dentro le gare di triathlon, il prima, il dopo rendono sempre più simpatiche tutte le gare a cui si è iscritto … rigorosamente off-road, anche se ci  ha confessato che un mezzo pensiero alla bici da strada ha iniziato a farlo.

Lasciamo a voi il resoconto delle “magiche avventure di Bobo” relative allo scorso fine settimana ….

“Toscana XTri Olimpico – Punta ALA

Avevo un conto in sospeso con questa gara: è stata la prima in assoluto cui mi sono iscritto tre anni fa al mio esordio nel mondo del Triathlon: non l’ho potuta fare perché la muta non arrivò in tempo; l’anno scorso mi sono iscritto di nuovo, parto col nuoto, primo anello bike, trenino di cinque bici su single track: cade il primo, ci ammonticchiamo tutti insieme e non arrivo al traguardo… insomma quest’anno doveva per forza essere la volta buona.

Gara al Sabato quindi mi organizzo per partire Venerdì: carico la macchina e via in autostrada; verso Piacenza devo fare una telefonata, rispondere a un paio di sms e dato che ci sono rosicchiare qualcosa che ho già al seguito visto che sono quasi le 13.

Mi fermo in una bella piazzola ben ombreggiata  e tranquilla… e subito dietro di me si fermano due furgoni e due macchine; chiara la destinazione dei quattro mezzi, visto che su quasi tutti i vetri hanno attaccato il manifesto dell’Adunata Nazionale degli Alpini di Asti; ne scendono un numero imprecisato di allegrissimi e pittoreschi veneti che, con una rapidità ed un’organizzazione tipica della gente di montagna, mettono in campo un tavolo e due panche con tovaglia a scacchi rossi. Nonostante una certa aria, la tovaglia comunque non si muove perché fermata in un attimo con qualche bottiglia, pane, formaggio e tre pentole dal profumo inequivocabile: zampone con le verze in una, spezzatino patate e crauti nell’altra e fette di polenta abbrostolate nella terza.

Ehm… con mossa lenta per non attirare l’attenzione, nascondo il mio tramezzino fatto con pane da toast integrale, con una fettina trasparente di crudo, una fettina di pomodoro rinsecchita ed una foglia di insalata taglia XS; allo stesso modo occulto la borraccia con acqua a basso contenuto di sodio e integratore magnesio-potassio.

Fingo indifferenza… mi stiracchio… gli sorrido e mi avvio verso il lato guida della mia macchina… quando succede l’irreparabile: “Toso! Toso! Vottu ‘n goto?” Opporc…  “Ah grazie no no… poi devo guidare… grazie eh! Buona giornata!”  Minchia, il più corpulento del gruppo si alza con uno scatto che mi sono augurato di poterlo avere io uguale in gara e con l’aria di chi confessa il segreto del Santo Graal mi viene vicino con un bottiglione sussurrandomi: “ …ma sacramegna , ‘na sversina l’è tolerada! Vien tu chive co noialtri, sacramegna che ‘sta bela spremua de uva la fago mi a me baita…” e mentre lo dice mi acchiappa sottobraccio e mi trascina in mezzo agli altri che, con una sola mano perché l’altra è impegnata a fare su e giù dal tavolo alla loro bocca, mi offrono di tutto per farmi sentire a mio agio.

Qua purtroppo non ho avuto la lucidità per pensare… e nella foga di evitare che il suo vino si trovasse nel mio stomaco insieme agli aminoacidi ramificati e le compresse di Omega 3, ho detto la cosa peggiore che potessi dire “Orpo no grazie, davvero… poi a stomaco vuoto non bevo mai!” Non l’avessi mai detto: lui spalanca gli occhi, poi si gira verso gli automezzi e…“ Sacramegna Luigia! Luigia! Vien tu do sacramegna!”… strillando con un tale volume di voce che pensavo che ‘sta Luigia fosse rimasta in Veneto.

Mentre rivoli di sudore gelato mi scendono lungo il collo, Luigia scende invece da uno dei due furgoni: circa due metri cubi di Donna… non tanto alta ma quello che Madre Natura non le ha dato di statura lo ha generosamente compensato con un gran sederone e due tette giunoniche. Saluto la signora e le porgo la mano: lei mi sorride, si asciuga la destra in un fazzolettone che estrae da intramezzo alle tettone di cui sopra, mi stringe la mano e rimette a posto il fazzolettone dov’era prima.  Poi si gira verso quello che ho ipotizzato essere il marito e gli chiede brusca“ Vottu cossa” e lui: “ ‘sto toso l’ha nia magnà!” e lei esterefatta ” MarrriaVergine! “  e sparisce nel furgone per uscirne dopo tre secondi con una zuppiera vuota pronta da riempire, coltello, forchetta… “Mannaggia Signora no grazie… (e adesso che cavolo mi invento?) ehm… vede… ehm… è che prima di mangiare devo prendere sempre dei fermenti lattici…” Silenzio generale, Luigia mi guarda con l’aria di chi davvero non ha capito e chiede con gran classe ” …che… casso gattu da prender cossa?” e io ”ehm… beh, è una particolare medicina…” e lei costernata “ MarrriaVergine …” e guarda il marito che mi dice “sacramegna… e alora toghes tu cossa?”…  alla fine, dopo quelle che mi sono sembrate ore e ore di estenuanti trattative, ci accordiamo per un caffè.

Mentre mi chiede, con un mestolo nella mano destra e il sacchetto da cinque chili di zucchero nella sinistra quanto zucchero voglio, uno della combriccola mi chiede se ho fatto anch’io l’Alpino: qua ho fatto il secondo errore grave e gli ho detto di sì; ovazione generale e ovviamente “e indove che hattu fatto naja, toso?” e io “beh, noi giravamo parecchio ma fondamentalmente a Bolzano… ero alla Compagnia Alpini Paracadutisti”attimo di silenzio… poi “ Cosssa??? Settu ‘n Paraca! Alcide! Sacramegna, Alcide! Vien tu chive!” e arriva Alcide… camicia di flanellona, barba, baffoni e bello in carne che senza nemmeno guardarmi mi abbraccia , trasferendo sulla mia guancia le tracce di pinot che aveva sui suoi mustacchi; finalmente mi guarda romantico fissandomi negli occhi a una distanza che i nostri nasi sono certo si siano toccati e mi dice commosso “ settu ‘n Frate!”  Stordito dall’alito ad alta gradazione, non riesco a reagire  allo spintone che mi rimette sulla panca dalla quale ero appena riuscito ad alzarmi… miiiiinchia!  Per chi non avesse bazzicato l’ambiente, il termine Frate sta a significare “Fratello” e non si riferiva quindi al fatto che io ho il centro della testa pelato. Comunque giuro che ero preso dallo sconforto: non riuscivo a trovare il modo di andarmene senza sembrare scortese, a fronte di quella loro seppur esagerata ma comunque spontanea ospitalità… però dovevo pur ripartire quindi bevuto il caffè mi alzo, ringrazio per l’ospitalità (e l’ho davvero fatto sinceramente) saluto tutti uno per uno… Alcide mi abbraccia di nuovo… mi abbraccia anche Luigia facendomi rimbalzare un paio di volte sulle sue tettone poi, prima di mollarmi, mi guarda con aria furba e mi dice “che Dio el te benedissa, toso, a ti e… chissà a baita che bea Mula che te gai, vèro?” Mula? Sto per risponderle che a dire la verità col lavoro che faccio più che con la mula preferisco spostarmi in macchina ma poi mi ricordo che Mula dovrebbe voler dire “morosa” o forse “figlia”… comunque per non sbagliare le sorrido e dico solo “eh beh insomma dài…” . Finalmente dopo parecchi tentativi falliti e in un attimo di rilassamento generale, mentre tutti alzano i calici a mio indirizzo sollecitati da Alcide che urla più volte “Mai Strack” (il motto della Compagnia Alpini Paracadutisti), riesco a salire in macchina dove mi chiudo dentro, mi metto le cinture di sicurezza e parto. Minchia sono distrutto… e quando arrivo a Punta Ala, il tempo per la ricognizione del percorso bike è ormai scaduto per mancanza di visibilità nel bosco. Chiedo informazioni un po’ di qua e un po’ di là… mi dicono che è “quasi” quello dello scorso anno ma fatto al contrario… che sarà su due giri di nuoto per 1.500 metri totali, due giri in MTB e due di corsa. Mi dicono anche della presenza dei Nazionali che rappresenteranno l’Italia agli Europei prossimi e che sono lì per giocarsi un posto nella Squadra Azzurra. Sapete cosa vuol dire questo? Vuol dire che quando io ero al primo giro in bike, loro sono arrivati come dei missili per finire il secondo e probabilmente mooooolto poco inclini a trovarsi su un sentiero “un tappo” ; beh, io ovviamente mi sono sempre fermato, dovunque fossi, per farli passare ma devo dire che nessuno ma proprio nessuno di loro, si è mai permesso di chiedere strada in modo anche solo scortese. La frase comune era “quando  puoi” oppure “vado a destra?” e via che passavano a tutta mettendo le ruote davvero non so dove! Come al  solito io invece ci metto un po’ a finire la gara ma la finisco più che in tempo per pasta party e premiazioni. Ecco fatto, questa è la cronaca della mia trasferta che a dire la verità, dal punto di vista tecnico, per me personalmente è stata un castigo: il tracciato run era ripidissimo in discesa e a seguire instabile, dato che era per buona parte sulla sabbia della spiaggia… quindi sono arrivato cotto ben benino ma comunque di testa già pronto per la prossima gara, perché così siamo noi 33TT… ci siamo e non molliamo.

Bobo”

Ringraziamo il nostro simpatico reporter sul campo, ricordando che in ogni caso si è portato via il terzo posto di categoria, nonchè gli ottimi piazzamenti nello sprint su strada della domenica di Piera Spagnolli ed Elena Pedrotti!!!

La 33TT c’è sempre!

Complimenti a tutti

Staff 33TT

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