Il nostro inviato speciale, mitico Bobo, appassionato assoluto del triathlon off road, ci racconta com’è realmente andata la prova X-Terra di coppa Europa e campionato Italiano a Revine Lago….
Adesso che so come vanno le cose, cerco sempre di essere sul posto il giorno prima della gara per provare il percorso e così, anche questa volta, Sabato 13 sono in quel di Revine Lago, in provincia di Treviso. Questa volta poi la faccenda è ancora più coinvolgente del solito perché, a contendersi i titoli in palio, c’è gente come l’attuale campione Europeo di Cross Triathlon, il Belga Kris Coddens con il suo connazionale Jim Thijs secondo assoluto della Etu TNatura Cup 2014, poi gli austriaci Markus Benesch e Michael Szumoniuk, entrambi nella top ten in diversi appuntamenti della TNatura European Cup dello scorso anno, poi lo slovacco Tomas Kubek argento under 23 ai mondiali élite di Cross Triathlon nel 2014 a Zittau e attuale campione Europeo di Cross Triathlon Under 23, poi il francese Arthur Serrieres, secondo di categoria junior nel 2013 agli Europei ETU di Cross Triathlon European Championships… insomma una bella compagnia di scalmanati.
Tra gli Italiani, a contendersi il titolo nazionale, Fabio Guidelli, campione 2010, argento 2012 e vincitore TNatura Italian Cup negli ultimi 2 anni, Stefano Davite, argento di categoria all’europeo di cross 2009, Alessio Buraccioni, decimo under 23 ai mondiali di cross 2014 e secondo assoluto nel circuito TNatura italian Cup del 2014, Leonardo Ballerini, vicecampione italiano di cross 2013, Marco Spadaccia, secondo nella TNatura Italy Cup lo scorso anno e Mattia De Paoli che abbiamo visto in azione anche da noi a Lavarone e che mi ha detto non mancherà ad Agosto.
Incontro uno dei due belgi proprio mentre sto andando a farmi il giro bike di ricognizione e mi fermo con lui a fare quattro chiacchiere, parliamo di bici, parliamo di percorsi, parliamo delle sue gare e delle mie, parliamo di risultati (ma solo dei suoi…) e ovviamente anche di ragazze… insomma, entriamo davvero subito in confidenza, tant’è che lui mi dice di aspettarlo che va a cambiarsi in hotel e magari possiamo andare a fare il giro di ricognizione insieme.
Cazz… porc… ehm… gli dico che forse non è il caso… che sono una persona anziana… gli faccio vedere le mie ultime analisi del sangue… quelle del diabete… della pressione alta… gli faccio vedere l’ecografia della prostata… gli confesso che mi trovo in un momento sentimentale difficile e la concentrazione è quella che è… niente da fare, insiste.
Rimaniamo però d’accordo che io intanto mi sarei avviato ed eventualmente ci saremmo trovati sul percorso; lui mi risponde OK! e aggiunge che qualora non fosse riuscito a beccarmi sul tracciato, ci saremmo trovati ancora lì in quello stesso posto per andare poi a bere un caffè insieme. Perfetto… ci lasciamo quindi lui in jeans, maglietta e col panino in mano e io che mi avvio sul tracciato. A dire il vero non è che mi avvio… la verità è che appena lui si volta per andare in Hotel a cambiarsi e prendere la bicicletta, io parto come una schioppettata con la forza della disperazione per prendere più vantaggio possibile.
Il percorso bike era costituito fondamentalmente da tre salite e tre discese, tre grane in salita e tre rogne peggiori in discesa: single tracks ripidi e scivolosi anche per la pioggia, in alcuni tratti piuttosto esposti, pendii in contropendenza e molto bucati da fare in fuori sella… del resto giusto così: per una Coppa Europa ed un Campionato Italiano il livello tecnico di rango dev’essere imprescindibile. Comunque alla seconda discesa, su un toboga pieno di radici e buchi, minchia… non l’ho nemmeno sentito arrivare, è passato non so dove e non so come schizzando sassi da tutte le parti e con le chiappe che credetemi, fuori sella, sfioravano la ruota posteriore.
Beh, sappiamo tutti che dai migliori c’è sempre da imparare… e allora se lo fa lui lo faccio anch’io; così lascio andare la bici e mi metto fuori sella: tengo bene il primo rimbalzo, tengo così e così il secondo… CAZZAROLA! al terzo rimbalzo la ruota dietro mi dà una smerigliata di fuoco alle chiappe con parziale interessamento delle palle, che mi schizzano all’interno della pancia come le palline di un flipper. Ululando come un lupo al chiaro di luna, finisco il percorso e arrivo dove in pratica ci eravamo lasciati, io in bici come prima e lui in jeans, maglietta e con un panino in mano esattamente come prima, che nel frattempo lui era rientrato in hotel, si era fatto la doccia, ordinato un altro panino e tornato all’appuntamento. Come promesso andiamo a prendere un caffè insieme, lui come se avesse fatto una passeggiata e io camminando a gambe larghe come John Wayne nel film “Il Grinta”, per evitare lo sfregamento chiappe-cosce-palle.
Dormo tutta la notte girato sulla pancia, dopo aver fatto degli impacchi freschi nei punti più offesi dalla tragica esperienza finchè, tra incubi inenarrabili, arriva la mattina della partenza con uno dei momenti per me più belli di tutta questa manifestazione: tra gli atleti pronti al via ci siamo anche Gianni Sartori ed io con i colori dei 33TT, una bella stretta di mano, un “in bocca al lupo” e dentro nella mischia! Grandissima libidine!
In gara qualche goccia di poggia ma niente di drammatico, almeno finchè la maggior parte degli atleti ha finito la gara: quando poi sul finale del tracciato bike e su tutto il tracciato run eravamo rimasti noi ultimi pellegrini, è venuto giù di tutto.
E’ stata veramente una gara dura, soprattutto per me che, non avendo la capacità tecnica di usare bene la bici in discesa, ho dovuto fare un sacco di strada pedalando solo in salita e corricchiando per quasi tutte le discese, ormai ridotte a delle trincee ripide e scivolose per la pioggia e per il passaggio degli altri atleti.
A questo punto è legittimo chiedersi il perché io faccia queste cose… beh, i motivi sono sostanzialmente due.
1) il medico qualche anno fa mi disse che alla mia età era importante abbassare il peso, abbassare il colesterolo, abbassare la pressione, abbassare la glicemia… ECCHECCAVOLO! “Senti dottore” gli dissi ”aspetta che mi spoglio nudo così mi prendi, mi butti nel cassonetto dell’umido e la facciamo finita!” Alla faccia del “Giuramento di Ippocrate” che anche lui come medico avrebbe dovuto fare, stava già per mettermi nel baule della macchina per portarmi alla discarica: per fortuna ho però due denti finti e siccome quelli nell’umido non ci possono andare, per questa volta mi sono salvato… però mi ha detto che se mi cadono si procede, intanto posso fare triathlon;
2) il secondo motivo è che nella 33Trentini Triathlon ci sono le ragazze più belle e più in gamba che in qualsiasi altra Società nazionale o estera… e allora chi si muove da qua?
A presto 33TT !!!